La mostra su Gianni Bosio a Cremona dal 14 Marzo al 1 Maggio

Dopo la prima a Sesto Fiorentino presso la nostra sede, dopo Roma, Torre de’ Picinardi, Acquanegra sul Chiese (suo paese natale), la mostra Racconti, Voci, Canti. Ascoltare Gianni Bosio a cento anni dalla nascita, prodotta dall’Istituto Ernesto de Martino e curata da Mariamargherita Scotti con la collaborazione di Antonio Fanelli e Valerio Strinati, sarà a Cremona.

Circolo proletario ARCI Carlo Signorini
Istituto Ernesto de Martino
Gruppo Bosio Acquanegra
Lega di Cultura di Piadena
Museo della Civiltà Contadina «Il Cambonino Vecchio»
I Giorni Cantati
ARCI Cremona

presentano

Racconti, voci, canti
Ascoltare Gianni Bosio a cento anni dalla nascita

Venerdì 14 marzo ore 18
Inaugurazione della mostra

intervengono:
Maria Luisa Betri (Istituto Ernesto de Martino)
Mimma Spotti (Gruppo Bosio Acquanegra)
Gianfranco “Micio” Azzali (Lega di Cultura di Piadena)

intervento musicale:
Gruppo di Canto Popolare di Cremona

Sabato 5 aprile ore 18
Ballate per il “Gioan”
Storia e storie del Canzoniere

Parole e musiche:
Alessio Lega (cantautore)
I Giorni Cantati (Gruppo di Canto Popolare)

Circolo proletario Carlo Signorini
Via Castelleone 7/A – Cremona
Ingresso libero con tessera ARCI

L’iniziativa si inserisce nel palinsesto degli eventi organizzati dal circolo per la ricorrenza degli ottant’anni dalla costituzione del Circolo Proletario ARCI Carlo Signorini.

Grafica di un volantino che riporta il testo già presente nel post in caratteri bianchi e arancioni sopra uno sfondo blu-viola con una foto a destra che ritrae Gianni Bosio in camicia bianca, giacca, pantaloni e scarpe nere, coi capelli bianchi, gli occhiali dalla montatura nera e spessa, mentre cammina sorridente, guardando a terra, lungo una stradina di campagna, reggendo un lungo bastone nella mano destra e una bottiglia di vino rosso nella sinistra.

 

Restituire la ricerca con le fonti sonore

Convegno interdisciplinare sulla restituzione

Restituire la ricerca con le fonti sonore
Una pratica di reciprocità?

Giovedì 27 e venerdì 28 febbraio 2025
Università degli studi di Firenze
Dipartimento FORLILPSI
Sala Altana, Via Laura 48

L’Associazione Italiana di Storia Orale (AISO), in collaborazione con l’Istituto Ernesto de Martino, ha organizzato il convegno interdisciplinare sulla restituzione, che si svolgerà presso l’Università degli Studi di Firenze giovedì 27 e venerdì 28 febbraio 2025.

La restituzione costituisce una fase fondamentale del lavoro per chi fa storia orale e per chi, più in generale, utilizza fonti sonore per la ricerca sociale. Il convegno sarà l’occasione per riflettere metodologicamente sul “terzo tempo” del processo di ricerca e discutere su come sia cambiato il nostro modo di restituire.

I numerosi contributi (selezionati in seguito a call for paper dal comitato scientifico composto da Stefano Bartolini, Chiara Spadaro e Giulia Zitelli Conti) spazieranno sulle pratiche di restituzione e sui percorsi originali che si sono sviluppati in diversi contesti territoriali.

Gli Atti del convegno saranno pubblicati sulla nostra rivista, “Il de Martino. Storie voci suoni”, previo parere positivo della redazione.

Giovedì 27 il nostro Presidente, Stefano Arrighetti, porterà i suoi saluti.

PROGRAMMA COMPLETO

Giovedì 27 Febbraio

10:00
Saluti istituzionali

  • Gianfranco Bandini (Università di Firenze, Dipartimento FORLILPSI – Laboratorio di Public History of Education)
  • Stefano Arrighetti (Istituto Ernesto de Martino)
  • Antonio Canovi (Associazione Italiana di Storia Orale)

10:30
Le ragioni del convegno
Stefano Bartolini (Fondazione Valore Lavoro – AISO)

11:00-13:30
Gli strumenti della restituzione
Discussant: Francesco Cutolo (Università di Firenze)

  • «E con l’intervista cosa fate?»: riflessioni su immaginario e pratiche di reciprocità nella restituzione
    Francesco Costantini e Rosa Marzano (Collettivo “Un’altra fine”)
  • Tra ricerca e comunità: le sfide della restituzione creativa in Moj Dom / Casa mia. Ritratti, oggetti e memorie a 30 anni dalla dissoluzione della Jugoslavia
    Greta Fedele e Giulia Loda (Lapsus – Codici)
  • Elogio del video
    Marco Garbaccio (Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo)
  • Restituire al mittente. La traduzione delle fonti sonore come pratica etnografica
    Sara Roncaglia (Università di Torino)

15:00-18:00
I tempi della restituzione
Discussant: Chiara Spadaro (Università di Padova – AISO)

  • Le tante vite di una fonte orale: problematiche, opportunità e nuove sfide nell’intercettazione dei finanziamenti pubblici
    Luisa Ciardi (Fondazione CDSE)
  • Processi di restituzione durante il percorso di ricerca ed esperienze nell’uso di vari strumenti per la restituzione finale
    Adriana Dadà (Università di Firenze)
  • Il progetto “Atlante della discografia antagonista 1958-1980”. Ricerca, interpretazione, restituzione
    Alessia Masini, Tommaso Rebora e Lorenzo Urbano (Università di Torino – Sapienza Università di Roma)
  • Produci, consuma, interpreta. Dubbi e proposte sul ri-uso delle fonti orali
    Virginia Gg Niri (UniSi – per il progetto ROADS)
  • Franco Innocenti. Firenze inverno 1944: memorie di una composita famiglia ebraica tra persecuzione e clandestinità. Restituzione e coautorialità
    Mario Spiganti (ricercatore indipendente)

Venerdì 28 Febbraio

10:30-12:30
Impegno, comunità, soggettività
Discussant: Mariamargherita Scotti (Istituto Ernesto de Martino)

  • Restituire la ricerca attraverso il documentario. Gli Incensarios di Loja (Granada)
    Tiziana Palandrani (ricercatrice indipendente)
  • Marangoni 105 va a Scampia. L’esperienza di una comunità in movimento
    Renato Rinaldi (Cooperativa Duemilauno Agenzia Sociale)
  • Il podcast come alleato per la storia trans
    Deborah Sannia (ricercatrice indipendente)
  • Ascoltare in cerchio. Una prospettiva dalle arti radiofoniche attraverso un esercizio e due casi studio
    Marco Stefanelli

14:00-16:00
Didattica, musica, riuso
Discussant: Giulia Sarno (Università di Firenze)

  • I miei giorni cantati. Dall’etnomusicologia alle musiche di tradizione orale a scuola: ricerca, pratica, restituzione
    Maurizio Corda (ricercatore indipendente)
  • Nuovi canti della Terra d’Abruzzo. I canti della tradizione popolare abruzzese attraverso nuove elaborazioni
    Domenico Di Virgilio e Luigi Di Tullio
  • Esplorazioni a Sant’Antioco, il documentario sonoro come forma di restituzione di un’esperienza di formazione e le sue sfide
    Arianna Scarnecchia (AISO)

16:00
Conclusioni e prospettive
Giulia Zitelli Conti (Università di Roma Tre – AISO)

Locandina del convegno “Restituire la ricerca con le fonti sonore - Una pratica di reciprocità?”. Sullo sfondo della locandina c'è un'illustrazione che raffigura una mano blu che regge una lattina dal cui fondo fuoriesce un lungo filo rosa che percorre l'immagine serpeggiando, e, in basso, la tromba di un grammofono, gialla. Sovraimposto all'illustrazione c'è il titolo del convegno e altre informazioni già presenti nel post.

«Dal “Dossier sul Portogallo” alla Rivoluzione dei garofani»: una nuova pubblicazione dell’Istituto

La copertina del libro «Dal “Dossier sul Portogallo” alla rivoluzione dei garofani - L’antisalazarismo in Italia (1963-1974)», con un’illustrazione che raffigura una mano aperta in una posizione un po’ scomposta, tesa verso l’alto, e una catena nera che si chiude con una manetta intorno al polso.

Le pubblicazioni dell’Istituto si arricchiscono di una nuova opera collettiva: Dal “Dossier sul Portogallo” alla Rivoluzione dei garofani. L’antisalazarismo in Italia (1963-1974), a cura di Giorgio de Marchis e con i contributi dello stesso Giorgio de Marchis, Antonio Fanelli, Andrea Mulas, Mariamargherita Scotti, Giulia Strippoli e Valerio Strinati (a cui il libro è dedicato, a poco più di un mese dalla sua improvvisa scomparsa).

Realizzato grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e Istituti culturali del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma e la Cattedra José Saramago dell’Università Roma Tre, il volume è edito dalla casa editrice Nova Delphi.

In occasione del cinquantesimo anniversario della Rivoluzione portoghese — che il 25 aprile 1974 pose fine al regima salazarista — il libro ricostruisce le vicende, i protagonisti e le caratteristiche dell’antisalazarismo in Italia. Per fare questo, gli autori e le autrici hanno ritenuto doveroso partire dal Dossier sul Portogallo curato da Dante Bellamio per le Edizioni Avanti! nel 1963, riprodotto in appendice al volume: un’esemplare operazione politica e culturale che Bellamio riuscì a portare a termine tra non poche difficoltà, con una lunga e laboriosa gestazione (puntualmente ricostruita da Giorgio de Marchis grazie a materiale inedito d’archivio proveniente dal nostro Istituto e dal Fondo Gianni Bosio di Mantova), fatta di scambi, contatti, revisioni e approfondimenti che svelano un’ampia rete internazionale di solidarietà democratica e anticoloniale.

Si tratta, per noi, dell’occasione per ricordare con affetto Dante Bellamio, scomparso il 3 dicembre 2022: un pezzo importante della nostra storia, un amico e un compagno sempre attento e aperto all’ascolto e al dialogo, la cui funzione di ponte tra generazioni abbiamo potuto sperimentare in prima persona. Dunque è anche al suo mai spento impegno antifascista, anticolonialista e terzomondista, che il libro è dedicato.

Chi fosse interessato ad averne una copia può scriverci come di consueto.
Il prezzo è 24 euro, 15 per i soci dell’Istituto.

INDICE

  • Nota del curatore, Giorgio de Marchis
  • Introduzione, Antonio Fanelli, Mariamargherita Scotti
  • Pro e contro Salazar: la stampa italiana dal 1945 al 1974, Valerio Strinati
  • Le fonti sull’opposizione antisalazarista tra le carte della Fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma, Andrea Mulas
  • I rapporti tra l’antisalazarismo portoghese e la sinistra italiana negli ultimi quindici anni del regime (1960-1974), Giulia Strippoli
  • Genesi di un dossier necessario, Giorgio de Marchis
  • Autori e autrici
  • Ristampa integrale del Dossier sul Portogallo, a cura di Dante Bellamio (Milano, Edizioni Avanti!, 1963)

«Il de Martino» 37-38/2024

Copertina del numero 37/38 (2024) della rivista «Il de Martino - Storie voci suoni». In basso c'è una foto che ritrae Ivan Della Mea e Giovanna Marini seduti su una panchina, abbracciati e ridenti.

Un fascicolo ricco e particolarmente attento alla contemporaneità, come mostra fin dalle prime pagine la poesia di Fabio Franzin dedicata a Satnam Singh. Seguono il reportage di Patricia E. Sampaoli dall’Argentina di Milei e la scelta di pubblicare la traduzione italiana di un saggio dello storico israeliano Kobi Peled dedicato alle testimonianze orali e alle fonti d’archivio della guerra arabo-israeliana del 1948.

La rivista ospita un ricordo di Giovanna Marini, recentemente scomparsa: alle parole di Stefano Arrighetti e Alessandro Portelli si accompagna un suo articolo del 1974, testimonianza della capacità di tenere insieme impegno politico, ricerca sul campo, competenze musicali.

Gli articoli di Leonardo Galliani e Ilaria Bracaglia tornano a interrogarsi intorno al nodo di Genova 2001, mentre Davide Tidoni ci conduce tra i suoni e le parole di un piccolo e prezioso canzoniere No Tav. Valeria Rotili segna l’anniversario della Rivoluzione dei Garofani con la restituzione di una ricerca basata su interviste a importanti esponenti del mondo musicale e culturale portoghese. Rosalba Nodari torna con sguardo riflessivo al tema delle pratiche di ottava rima in Toscana, mentre Qendresa Shaqiri ci accompagna tra le pieghe della vita e dell’insegnamento di Cristina, insegnante della sperimentale Scuola-Città Pestalozzi di Firenze.

La rubrica Saggi ospita un contributo di Virginia Niri sul tema delle disabilità migranti, tra fonti orali e community archives. Per le Interviste, Gilda Zazzara dialoga con lo storico delle migrazioni Joseph Viscomi. Nella rubrica dedicata al lavoro ospitiamo un contributo di Francesco Bonifacio sui rider, attraverso la storia di vita e la testimonianza di una rider di food-delivery.

La rubrica Storie si arricchisce, infine, della voce di una nostra redattrice, Hilde Merini, che restituisce in maniera narrativa e originale un’esperienza di lavoro nel mondo dell’editoria.

Il fascicolo è dedicato a Valerio Strinati, che ne è curatore insieme a Bruno Bonomo. Valerio ci ha lasciati improvvisamente a inizio dicembre, lasciando un vuoto che sarà impossibile colmare.

La rivista si può scaricare gratuitamente in PDF dal sito dell’editore e si può acquistare in forma cartacea al prezzo di 20 euro scrivendo a iedm@iedm.it.

SOMMARIO

  • Bracciante, di Fabio Franzin
  • I treni, il vapore, l’altra Italia. Un ricordo di Giovanna Marini, di Stefano Arrighetti, Alessandro Portelli
  • Prima cercavo i suoni, adesso cerco le persone, di Giovanna Marini
  • Al grido di «Viva la libertà, cazzo!», l’istruzione di un paese si sta sgretolando… Reportage dall’Argentina, di Patricia E. Sampaoli
  • Testimonianze orali, fonti d’archivio e guerra arabo-israeliana del 1948: uno sguardo ravvicinato sull’occupazione di un villaggio della Galilea, di Kobi Peled
  • 25 aprile 1974, voci dalla rivoluzione, di Valeria Rotili
  • «Genova per chi non c’era». Memorie e racconti del G8 del 2001, di Leonardo Galliani
  • «Te le regalo, sono ancora piene di Cs». Scambiare maglie per raccontare il G8 2001, di Ilaria Bracaglia
  • Dieci canti No Tav, di Davide Tidoni
  • Pratiche riflessive di ottava rima: alcune esperienze didattiche di avvicinamento all’arte del contrasto in Toscana, di Rosalba Nodari
  • Cristina: la vita come base dell’insegnamento, di Qendresa Shaqiri

Interviste

  • «Se no, vado a fare il falegname». Ricerca e lavoro accademico tra Mediterraneo e Atlantico, di Gilda Zazzara, Joseph Viscomi

Saggi

  • Disabilità migranti: quali fonti per la ricerca? Community archives, fonti orali ed emersioni narrative, di Virginia Niri

Storie

  • Guazzabuglio, o il Direttore Paguro e l’avventura del salario, di Hilde Merini

Il lavoro si racconta

  • Essere l’eccezione. Una rider di food-delivery, di Francesco Bonifacio

Note e recensioni

Valerio Strinati

Una foto a colori, in formato orizzontale, che ritrae Valerio Strinati di profilo, col viso rivolto alla sua sinistra, mentre parla in un microfono poggiato su un tavolo presso il quale è seduto, con un’espressione seria ma con un accenno di sorriso e il braccio sinistro sollevato a grattarsi la testa. Sullo sfondo c’è una libreria con tanti volumi e, a sinistra, una lavagna bianca.

Come un fulmine che ci schianta ci ha raggiunto oggi la notizia della morte di Valerio Strinati, socio ordinario dell’Istituto e membro della redazione della rivista «Il de Martino. Storie voci suoni».

Non è facile, soprattutto in questo momento di doloroso sgomento, trovare le parole per raccontare chi fosse Valerio, e quanto importante fosse per l’Istituto Ernesto de Martino, per molti e molte di noi personalmente, per quelle realtà e per quelle persone che avevano la fortuna di averlo vicino.

A lungo Consigliere parlamentare del Senato della Repubblica, fino al 1990 ha lavorato presso il Servizio studi, occupandosi dell’attività della VII Commissione permanente (Istruzione). Successivamente ha lavorato presso il Servizio delle Commissioni permanenti (Commissione affari costituzionali, Commissione di inchiesta sul caso BNL Atlanta, Commissione industria e Commissione difesa), e dal 1997 al 2008 è stato responsabile dell’ufficio di segreteria della XI Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale). Ha diretto l’Ufficio di studi di legislazione comparata presso il Servizio Studi (2008-2010). È stato capo segreteria della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito, ed è stato incaricato del coordinamento degli eventi culturali della Biblioteca del Senato.

Una carriera che Valerio ha vissuto con estrema serietà e passione, qualità che riversava ugualmente nella ricerca storica, nell’organizzazione della cultura, nell’impegno politico, nell’amicizia.

Studioso di socialismo, di storia del lavoro e delle istituzioni parlamentari, tra le sue pubblicazioni più importanti ricordiamo il pionieristico Politica e cultura nel Partito socialista italiano (1945-1978) (Liguori, 1981), a cui tanto devono tutti gli studiosi e le studiose di storia del socialismo nel secondo dopoguerra, la curatela, insieme ad Antonio Fanelli, del numero monografico de «Il de Martino» dedicato a Emilio Lussu (2018) e il recente Le barricate e il palazzo. Pietro Nenni e il socialismo italiano nel dialogo con Gianni Bosio (Editpress, 2022), un volume fondamentale per il rilancio dello studio della figura di Gianni Bosio in occasione del centenario della sua nascita. Alla sua spinta, come spesso accadeva, si deve la prossima uscita di un volume a cura di Giorgio De Marchis dedicato all’antisalazarismo in Italia, nel quale compare un suo prezioso contributo sulla stampa italiana e il regime portoghese.

Collaboratore prezioso dell’ANPI nazionale, responsabile formazione dell’Anpi provinciale di Roma e redattore di «Patria Indipendente», Valerio era Segretario Generale dell’AICI (Associazione delle istituzioni di cultura italiane), membro del Comitato direttivo dell’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia e del comitato editoriale degli Annali di storia e studi della Fondazione Valore Lavoro. Era certamente molto di più e molto altro che in questo momento ci sfugge.

Quello che meno di ogni altra cosa trova parole adatte, oggi, è il racconto dell’uomo e del compagno che è stato Valerio: l’amico sempre attento e curioso, generoso e presente, affidabile e concreto; lo studioso in continua evoluzione, entusiasta, pieno di progetti e di soluzioni ai problemi; l’instancabile tessitore di relazioni, capace di mettere in comunicazione le persone, le istituzioni culturali e le idee con una grande naturalezza e una stupefacente efficacia. Su Valerio si poteva contare, sempre: per una parola di conforto, per un consiglio, per un aiuto. Sapeva spronarti a finire un lavoro, a non farti trascinare da una lite, a vedere le cose in maniera molto concreta e fattiva.

Era con noi sabato scorso, per la riunione della redazione della rivista «Il de Martino» e per la presentazione del volume di Giovanni Pirelli Luca ed io. Ci ha regalato, con generosità e impegno, un bellissimo intervento, serio, documentato, acuto e politico nel senso più pieno e più alto del termine. Parole che hanno saputo suscitare testimonianze e domande da parte di un pubblico entusiasta.

Questo è il momento del dolore, verrà certamente quello per ricordarlo insieme come merita.

All’adorata figlia Irene e alla sua famiglia va tutto il nostro affetto.