
Come un fulmine che ci schianta ci ha raggiunto oggi la notizia della morte di Valerio Strinati, socio ordinario dell’Istituto e membro della redazione della rivista «Il de Martino. Storie voci suoni».
Non è facile, soprattutto in questo momento di doloroso sgomento, trovare le parole per raccontare chi fosse Valerio, e quanto importante fosse per l’Istituto Ernesto de Martino, per molti e molte di noi personalmente, per quelle realtà e per quelle persone che avevano la fortuna di averlo vicino.
A lungo Consigliere parlamentare del Senato della Repubblica, fino al 1990 ha lavorato presso il Servizio studi, occupandosi dell’attività della VII Commissione permanente (Istruzione). Successivamente ha lavorato presso il Servizio delle Commissioni permanenti (Commissione affari costituzionali, Commissione di inchiesta sul caso BNL Atlanta, Commissione industria e Commissione difesa), e dal 1997 al 2008 è stato responsabile dell’ufficio di segreteria della XI Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale). Ha diretto l’Ufficio di studi di legislazione comparata presso il Servizio Studi (2008-2010). È stato capo segreteria della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito, ed è stato incaricato del coordinamento degli eventi culturali della Biblioteca del Senato.
Una carriera che Valerio ha vissuto con estrema serietà e passione, qualità che riversava ugualmente nella ricerca storica, nell’organizzazione della cultura, nell’impegno politico, nell’amicizia.
Studioso di socialismo, di storia del lavoro e delle istituzioni parlamentari, tra le sue pubblicazioni più importanti ricordiamo il pionieristico Politica e cultura nel Partito socialista italiano (1945-1978) (Liguori, 1981), a cui tanto devono tutti gli studiosi e le studiose di storia del socialismo nel secondo dopoguerra, la curatela, insieme ad Antonio Fanelli, del numero monografico de «Il de Martino» dedicato a Emilio Lussu (2018) e il recente Le barricate e il palazzo. Pietro Nenni e il socialismo italiano nel dialogo con Gianni Bosio (Editpress, 2022), un volume fondamentale per il rilancio dello studio della figura di Gianni Bosio in occasione del centenario della sua nascita. Alla sua spinta, come spesso accadeva, si deve la prossima uscita di un volume a cura di Giorgio De Marchis dedicato all’antisalazarismo in Italia, nel quale compare un suo prezioso contributo sulla stampa italiana e il regime portoghese.
Collaboratore prezioso dell’ANPI nazionale, responsabile formazione dell’Anpi provinciale di Roma e redattore di «Patria Indipendente», Valerio era Segretario Generale dell’AICI (Associazione delle istituzioni di cultura italiane), membro del Comitato direttivo dell’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia e del comitato editoriale degli Annali di storia e studi della Fondazione Valore Lavoro. Era certamente molto di più e molto altro che in questo momento ci sfugge.
Quello che meno di ogni altra cosa trova parole adatte, oggi, è il racconto dell’uomo e del compagno che è stato Valerio: l’amico sempre attento e curioso, generoso e presente, affidabile e concreto; lo studioso in continua evoluzione, entusiasta, pieno di progetti e di soluzioni ai problemi; l’instancabile tessitore di relazioni, capace di mettere in comunicazione le persone, le istituzioni culturali e le idee con una grande naturalezza e una stupefacente efficacia. Su Valerio si poteva contare, sempre: per una parola di conforto, per un consiglio, per un aiuto. Sapeva spronarti a finire un lavoro, a non farti trascinare da una lite, a vedere le cose in maniera molto concreta e fattiva.
Era con noi sabato scorso, per la riunione della redazione della rivista «Il de Martino» e per la presentazione del volume di Giovanni Pirelli Luca ed io. Ci ha regalato, con generosità e impegno, un bellissimo intervento, serio, documentato, acuto e politico nel senso più pieno e più alto del termine. Parole che hanno saputo suscitare testimonianze e domande da parte di un pubblico entusiasta.
Questo è il momento del dolore, verrà certamente quello per ricordarlo insieme come merita.
All’adorata figlia Irene e alla sua famiglia va tutto il nostro affetto.